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lunedì 25 novembre 2013

Hell Up in Harlem

 


"Il Padrino Nero è tornato...e ad Harlem sarà l'inferno."

"Egli non potrà mai andare in paradiso, ma potrà portare l'inferno, ad Harlem.
"

Frasi di lancio originali del film



Questo sequel di "Black Caesar", sempre diretto da Larry Cohen, non irrompe precisamente con alcuna vera novità sul terreno della narrativa (rispetto al primo film), quindi perché doveva essere realizzato? Scherzi a parte, non è che c'era da scoprire chissà quale profondità della storia e del personaggio di Tommy Gibbs.

La trama, così com'è:
Per cominciare, rivediamo gli ultimi cinque minuti di "Black Caesar", mai accaduti nel film originario. Invece di quello che è successo lì, Tommy Gibbs (Fred Williamson) è trovato quasi morente da suo padre (il grande Julius Harris) e viene portato in ospedale. Gibbs decide di fare di suo padre come socio in affari e insieme cercano di vendicarsi di chi abbia qualcosa a che fare con il quasi riuscito tentativo di uccidere Tommy. Dopo aver scoperto che la sua ex fiammaHelen (Gloria Hendry, che era nel primo film e nello stesso anno anche nel primo e bellissimo 007 di Roger Moore,"James Bond Live and Let Die" [Vivi e lascia morire]- una delle più racchie bond girl in assoluto, in verità- ambientato anch'esso in gran parte ad Harlem, e per coincidenza anche lì' con Julius Harris) è stata assassinata,Tommy decide di lasciare tutto e andare a ovest per ricominciare. Tuttavia, quando un parvenu ambizioso all'interno dell'organizzazione (Tony King, alcuni anni prima di venire in Italia a comparire in alcuni titoli horror viet/war mpoviemassimamente cultuali di Antonio Margheriti) uccide il padre di Tommy e rapisce suo figlio, è adesso solo una questione di tempo prima che Gibbs inizi davvero a scatenare un inferno ... ad Harlem!

Dopo l'improvviso successo di "Black Caesar", il nostro regista e scrittore Larry Cohen ha dovuto sfornare rapidamente un sequel per mantenere in corsa il treno lanciato verso un altro invitante successo al box office per laAmerican International Pictures. Inutile dire che, "Hell Up in Harlem"(Tommy Gibbs, criminale per giustizia, nel titolo della sua uscita cinematografica italiana) impiega molto poco della caratterizzazione, della stimolazione e (sì, anche) della sottigliezza posseduta dal primo film. C'è una minore scintilla tra le sequenze d'azione, che sono molte di più e hanno una quantità più gratuita di cadaveri così, affinchè le cose non diventino mai noiose"Hell Up"  è ancora più affastellato di personaggi e vicende del suo predecessore, mentre la sceneggiatura e la storia sembrano entrambe risolvere le questioni con il pilota automatico. I bianchi sono ancora più stereotipati e malvagi di prima, con un personaggio bianco che è incaricato possibilmente di uccidere il figlio di Gibb, poichè egli è l'unico a poter fare una cosa del genere. Che razza di diavolo d'un bianco bastardo(!) In ogni caso, il film non è mai noioso e non si prende mai sul serio, in quanto vi sono diversi (involontariamente) momenti divertenti e di azione sufficienti a mantenere sempre desto l'interesse.Williamson è ancora la grande presenza che era in "Caesar", ma semplicemente non c'è da aspettarsi la stringata compattezza che vi era nel primo film. Il sequel segue di più le linee dei film della Blaxpoitationdel genere di pellicola molto più divertente da vedere che da raccontare, quale deve essere un vero e proprio "guilty pleasure"

Basti dire che il Body Count della violenza nel film è di ben 72 morti ammazzati. In caso di dubbio, il conteggio dei corpi conta per rendere un'idea, soprattutto per un film del 1973! Una serie infinita di comparse sono inviate a incontrare direttamente il loro creatore in diverse scene di sparatorie. I personaggi in "Hell Up" si sparano a bruciapelo in faccia, muoiono strangolati, arpionati, battuti a cazzotti e botte e quindi ancora ulteriormente pestati, linciati (non c'è da preoccuparsi per Tommy/Williamson, questa volta è un linciaggio al contrario) e ancor più massacrati. Il personaggio che viene eliminato nella maniera più memorabile è  un mafioso che viene impalato in spiaggia da un ombrellone (con il sangue che schizza letteralmente in un geyser come nei film di Samurai giapponesi). Proprio per garantire che è ciò che davvero meritava, prima lo abbiamo veduto adagiato su una bandiera confederata del sud schiavista, come telo da spiaggia! Che cazzo ci fa un broccolino mafioso italoamericano con una bandiera confederata come telo da mare?!?

Da buon Blaxploitation che si rispetti è presente un bel pò di sesso e nudità, però più che focalizzata sugli ipnotici, vertiginosi seni nudi di Margaret Avery in una scena di sesso con Williamson, è tutta a mostrare il culo da negro scolpito del nostro supermaschio Fred.  Il linguaggio e i dialoghi non sono forti come nel primo film, avendolo visto anche in originale oltre che nella rara versione doppiata per l'uscita cinematografica italiana, programmata da MgM Channeldel bouquet di Sky, nel 2004-2005.
La maggior parte dei critici dell'epoca e dei recensori odierni anche i più specializzati, hanno sempre considerato "Hell Up in Harlem" abbastanza inferiore a "Black Caesar", a causa del fatto che questo film era maggiormente sceso ai compromessi contenutistici, come stilistici ed estetici così tipici della Blaxpoitation. Ad alcuni piaceva e piace per quello che è, il quale è anche il modo migliore per avvicinarcisi (come del resto ho sempre fatto io con il cinema Blax di quel periodo... , e Cohen pur da bianco è stato uno dei più bravi e intelligenti, a praticarlo).
"Hell Up in Harlem" venne distribuito in tempo per il suo spron battuto, dalla mitica American International Pictures nel dicembre del 1973, appena dieci mesi dopo che "Black Caesar" conquistò gli schermi dei cinema di periferia come di Times Square. Nessun bilancio finale del secondo film al box office è disponibile, ma i film della AIPerano di  budget così bassi, che hanno sempre avuto e trovato un modo di trasformarsi in profitto.
Come "Black Caesar", anche "Hell Up" è disponibile fin dal 2001 su dvd MgM R1 della benemerita collana "Soul Cinema"Non è mai uscito nell'home video italiano.

James Brown era stato originariamente chiesto ed era previsto, che facesse la musica del film dopo il suo precedente lavoro su "Black Caesar", del quale venne molto ben accolta anche la colonna sonora. Ma Cohen respinse la musica che Brown aveva registrato. Successivamente, la musica è stata quindi realizzata dall'artista della Motown Edwin Starr,e la musica rifiutata di Brown venne utilizzata per l'album "The Payback".


Grazie al successo di "Black Caesar -Il Padrino nero", la AIP si spinse a volere un sequel. Purtroppo, Fred Williamson stava lavorando come protagonista a "Jeff Bolt l'uragano di Macao"(That Man Bolt) (1973) di Henry Levin David Lowell Rich, nel corso della settimana da Lunedi a Venerdì, e Cohen era impegnato a fare "Baby Killer" , ed egli riuscì a realizzare questo seguito da filmare contemporaneamente, girando la maggior parte di esso durante il fine settimana.



Cohen ha quindi girato alcune scene con la stessa troupe e le attrezzature di "Baby Killer", ed a causa di altri impegni di Fred Wiliamson ha dovuto fare la maggior parte del film con una controfigura, Williamson infatti appare veramente solo nei primi piani . I detti primi piani sono stati girati a Los Angeles, dove Williamson si trovava in quel momento, e il resto del film è stato girato in esterni a New York

Napoleone Wilson

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